sabato, settembre 04, 2010

forte movimento di jonathan franzen


Louis Holland, un esponente radicale della "Nowhere Generation", arriva a Boston per lavorare in una radio durante un'estate molto strana: la zona è devastata dai terremoti, scossa dalle manifestazioni degli antiabortisti e infestata da numerosi membri della famiglia da cui cerca di fuggire. Incontra Renée Seitchek, una geniale e appassionata sismologa: la loro già nevrotica relazione si complica quando la donna comincia a sospettare che la prima causa dei terremoti non sia da cercare nella natura, ma fra gli uomini...




Se vi lasciate ingannare dall'emozione e cominciate a credere che ci sia qualcosa di unico o trascendentale nella soggettività umana, potreste finire per chiedervi perché avete organizzato la vostra vita come se non foste altro che una macchina per la sgradevole produzione e il gradevole consumo di oggetti. E perché, con la scusa di essere genitori responsabili, state inculcando ai vostri figli lo stesso ethos del consumo, se i beni materiali non sono l'essenza dell'umanità: perché vi state assicurando che la loro vita sia ingombra di oggetti come la vostra, con doveri e paranoie e immissioni ed emissioni, così che l'unico scopo per cui avranno vissuto sarà quello di perpetuare il sistema, e l'unica ragione per cui moriranno sarà il fatto di essersi logorati.


Non è piacevole essere tenuti in ostaggio; e non si tratta soltanto di una figura retorica. In una società decadente si  può scivolare a poco a poco nella brama di violenza, oppure venire lentamente trascinati verso la violenza dalla cultura del commercio. Forse tutti noi abbiamo la profonda e congenita consapevolezza che nessuna civiltà dura in eterno, che anche la più pacifica prosperità un giorno dovrà finire, o forse si tratta soltanto della natura umana.



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